Il percorso, di circa 2.2 km, parte da piazza Sonnino, raggiungiamo via Giulia attraversando ponte Garibaldi oppure ponte Cestio e proseguiamo sempredritti, passando sotto l’Arco Farnese. Via Giulia corre da Ponte Sisto fino alla chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, parallela al corso del Tevere. Divenne la via più alla moda con i nuovi edifici dei mercanti e banchieri e con la presenza della comunità fiorentina, con le sue case, le sue chiese e le sue confraternite.
Dopo aver attraversato corso Vittorio, per via del Banco di Santo Spirito si arriva a Ponte Sant’Angelo (nome ufficiale: ponte S. Angelo), noto anche come pons Aelius (ponte Elio), pons Hadriani (ponte di Adriano) o ponte di Castello. Fu costruito a Roma nel 134 dall’impeatore Adriano per collegare alla riva sinistra il suo mausoleo. Il Castel Sant’Angelo (o Mole Adrianorum), è un monumento di Roma, collegato allo Stato del Vaticano attraverso il corridoio fortificato del “passetto”. Il mausoleo ha preso il suo nome attuale nel 590. Quell’anno Roma era afflitta da una grave pestilenza, per allontanare la quale venne organizzata una solenne processione penitenziale cui partecipò lo stesso papa Gregorio I. Quando la processione giunse in prossimità della Mole Adriana, il papa ebbe la visione dell’arcangelo Michele che rinfoderava la sua spada. La visione venne interpretata come un segno celeste preannunciante l’imminente fine dell’epidemia, cosa che effettivamente avvenne. Da allora i romani cominciarono a chiamare Castel S. Angelo la Mole Adriana e a ricordo del prodigio nel XIII secolo posero sullo spalto più alto del Castello un angelo in atto di rinfoderare la spada. Ancora oggi nel Museo Capitolino è conservata una pietra circolare con impronte dei piedi che secondo la tradizione sarebbero quelle lasciate dall’Arcangelo quando si fermò per annunziare la fine della peste.
Proeseguendo per il lungotevere castello e poi per il lungotevere vaticano, si raggiunge via della Concilazione. Fu creata nel 1936 con la demolizione dell’isolato della cosiddetta “Spina di Borgo”, Via della Conciliazione in particolare con la creazione della sua visione prospettica della piazza e della Basilica di San Pietro, distrusse l’effetto “sorpresa” pensato dagli architetti seicenteschi. Il giungere
a San Pietro attraverso le anguste e articolate strade della “Spina di Borgo” e il ritrovarsi in una piazza grandiosa e davanti ad una basilica così imponente generava nello spettatore una meraviglia inconsueta.
La Piazza di San Pietro e la basilica retrostante occupano una piccola valle posta tra il colle Vaticano e colle Gianicolo occupata in epoca classica dal Circo di Nerone, dalla via Cornelia e da un’area cimiteriale ora denominata Necropoli Vaticana, dove fu posta, secondo la tradizione, la tomba di san Pietro dopo il martirio nel vicino Circo. Per tale motivo nel IV secolo fu eretta su tale
area la grande basilica Costantiniana. Con tale costruzione venne creata, interrando anche l’area cimiteriale, una vasta spianata chiamata platea Sancti Petri, in parte occupata dalla chiesa, in parte dal quadriportico ed in parte lasciata libera.